In questa sezione
Le prime utili indicazioni
Alcune riflessioni sul ruolo dei genitori nella scelta scolastica dei figli
Un supporto ai docenti per l’utilizzo della guida
Una breve descrizione dei principali contenuti
Che cosa è l'orientamento e quali sono le figure professionali coinvolte
Eventi di informazione orientativa, giornate di scuola aperta, visite guidate, microstage, etc.
Link utili
Materiale per approfondire il tema dell'orientamento
Un breve elenco di termini e loro definizioni utilizzati nella guida

Informazioni per i genitori

Il figlio come protagonista della scelta

E' abbastanza frequente che i ragazzi e le ragazze, che stanno per decidere quale percorso di studi intraprendere alla fine della scuola media, si dimostrino indecisi, esitanti, confusi e insicuri; la famiglia diventa, quindi, fondamentale per affrontare insieme i dubbi e valutare tutte le informazioni.

L'adolescenza è di per sé un’età complessa, per questo è importante che i genitori sostengano il proprio figlio in questa delicata fase del suo processo di maturazione.
Occorre comprendere che il principale soggetto interessato alla scelta è il figlio, il quale dovrebbe essere "guidato" dai genitori a rendersi protagonista della propria decisione. La famiglia può aiutarlo a scoprire i suoi ideali, i suoi interessi, le sue capacità sviluppate fino a quel momento e avviare un dialogo e un confronto che porti l'adolescente a riflettere sulle sue aspirazioni future.

E', inoltre, frequente che il ragazzo, non avendo ancora sviluppato una vera e propria indipendenza dai genitori, sia portato a credere di desiderare ciò che essi desiderano per lui.
D'altro canto, anche i genitori possono essere portati a sperare che il figlio si orienti verso una professione che sia in continuità con quella esercitata dal padre o dalla madre, senza considerare le sue vere passioni e inclinazioni.

Pertanto, è importante che i genitori evitino di assumere atteggiamenti estremi come:
  • scegliere al posto del figlio, imponendo la propria volontà e condizionandolo psicologicamente per forzarlo verso scelte non condivise e in conflitto con i suoi stessi interessi,
  • acconsentire a qualsiasi sua scelta, soprattutto se scarsamente motivata, al solo scopo di evitare discussioni o per non sentirsi responsabili di fronte ad eventuali difficoltà future.
Al contrario, i genitori devono aiutare il figlio a valutare con obiettività i consigli che gli vengono dati. Se necessario, occorre essere critici, ma costruttivi, favorendo scelte ragionevoli, stimolando la libertà di decisione purché frutto di riflessione ed adeguata considerazione degli elementi in gioco.

Decidere quale percorso di studi, quale professione, chi si vuole diventare, passa attraverso la consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e motivazioni.
Quanto più il figlio si sentirà consapevole di se stesso, tanto più riuscirà a decidere con sicurezza e adeguata valutazione.

Scegliere aiuta a crescere; lo sviluppo dell'individuo, infatti, avviene attraverso un processo di continue scelte, frutto di un compromesso tra ostacoli e facilitazioni, tra bisogni individuali e richieste esterne.

Attraverso il dialogo, l'osservazione, l’ascolto attivo, i genitori possono facilitare la libertà di decisione del figlio, che deve rimanere comunque protagonista della sua scelta.

Sostenere i figli nella scelta

Lasciare liberi i propri figli di scegliere non significa "lasciar fare loro ciò che vogliono".
I ragazzi di questa età spesso non sono ancora capaci di scegliere liberamente. Alcuni potrebbero non voler scegliere, delegando totalmente la decisione ai genitori o accettandola passivamente.
Altri, invece, cercano di evitare ogni confronto con la famiglia per poi comunicare la propria scelta all'ultimo momento, per timore di essere scoraggiati a seguire il percorso individuato.
In alcuni casi la decisione è semplicemente dettata dal desiderio di proseguire gli studi assieme ad alcuni compagni della scuola media, per esempio per paura di perdere la loro amicizia, di non trovarne altre, di restare, quindi, soli.

In tutti questi diversi casi è fondamentale che i genitori forniscano il giusto sostegno, ricordando che:
  • è bene non sostituirsi alle decisioni del figlio, ma coinvolgerlo e farsi coinvolgere in un dialogo costruttivo di confronto,
  • occorre saper anche rinunciare alle proprie aspettative personali verso il figlio, se queste non coincidono con i suoi interessi,
  • è necessario far sentire al figlio la propria presenza, per non lasciarlo solo di fronte alla scelta, e ricordando a se stessi che l’obiettivo è quello di aiutarlo a trovare la strada attraverso la quale potrà, con più probabilità, riuscire a realizzare pienamente il proprio essere.
Per i giovani è assai difficile rispondere a domande del tipo:
  • Quale è la strada migliore per me?
  • Quali sono le capacità che posso valorizzare?
  • Quali sono gli elementi che devono essere presi in considerazione per una scelta adeguata a me, al mio modo di essere?
Poter aiutare il figlio a trovare una risposta a queste domande significa per il genitore:
  • riflettere sulle "caratteristiche" del proprio figlio,
  • informarsi sulle opportunità che il territorio in cui vive offre,
  • valutare le informazioni raccolte,
  • assumere, in sostanza, un ruolo di educatore, consigliere, accompagnatore, in un processo di scelta non semplice e in una realtà in continua evoluzione.
I genitori devono comunque tenere conto che, pur essendo una scelta importante, può anche non essere quella definitiva. Per questo motivo la loro attenzione dovrà essere costante per tutta la durata del percorso di studi intrapreso, al fine di intervenire con il proprio aiuto anche in un eventuale momento di incertezza e di ripensamento rispetto alle scelte effettuate.
Attenzione: il ripensamento fa parte del processo di maturazione ancora in corso negli adolescenti e non deve essere vissuto come una sconfitta o un insuccesso.

Conoscere i propri figli

Ogni individuo, in quanto tale, ha le proprie caratteristiche personali.
Nel corso della sua formazione, quindi del suo percorso di studi (fin dalla scuola dell’infanzia), attraverso le esperienze familiari e non, attraverso lo sport, il volontariato, l’associazionismo, ecc. ogni individuo mette in gioco le proprie attitudini e i propri interessi, sviluppando conoscenze e capacità che, insieme al carattere e agli atteggiamenti (risposte emotive, sentimentali, razionali) contribuiscono a formare la sua identità.

Ognuno presenta alcune attitudini, ovvero predisposizioni naturali o inclinazioni per attività concettuali (mentali) e/o pratiche che nel corso della crescita e sviluppo possono diventare vere e proprie abilità (capacità).
Altre attitudini, se non coltivate, rimangono “sopite”, restano cioè potenzialità non valorizzate. Scoprire le proprie potenzialità permette di investire su di esse per sviluppare vere e proprie abilità e compiere le proprie scelte.

Ogni individuo possiede, inoltre, degli interessi, cioè una predisposizione verso determinati ambiti, campi di attività scolastica o lavorativa che esercitano per lui una forte attrazione. Questa predisposizione consente di mettere in campo molte energie che permettono alla persona di conseguire risultati che la sola attitudine, forse, non avrebbe permesso.
Questo significa, in sintesi, che “voler fare una cosa è, a volte, più importante che essere portati a farla”.
Per questo, nel momento della scelta scolastica è necessario conoscere e tener conto non solo delle attitudini ma anche degli interessi del figlio, il quale può possedere una inclinazione sufficiente per ottenere un buon successo in un determinato campo, ma non essere “interessato” a indirizzare le proprie energie in quella direzione. Per esempio, un ragazzo può avere una predisposizione per il disegno ma non essere interessato a scegliere una scuola in ambito artistico.

Conoscere le "caratteristiche" del figlio, cioè le sue attitudini e i suoi interessi, ed aiutarlo a riconoscerli è una condizione necessaria per evitare scelte dettate solo da mode e suggestioni.

Per questo, può essere utile per i genitori porsi domande del tipo:
  • Quali sono le inclinazioni di nostro figlio? In che cosa riesce meglio? Quali sono le sue aspirazioni future?
  • Quali sono le attività extra-scolastiche che svolge più volentieri? Come trascorre il suo tempo libero?
  • Quali sono le materie in cui ottiene voti migliori? Quali sono quelle che studia più volentieri? Che cosa dicono di lui i professori come studente?
  • Quale è la sua motivazione allo studio? Quanto tempo vi dedica? Ha facilità nello studio?
  • Quali sono le sue passioni, i suoi interessi?
  • Quali sono i suoi dubbi, i suoi timori, le sue aspettative nei confronti della scelta da compiere?
  • Quali sono i dubbi, i timori e le aspettative di noi genitori verso questa scelta?
  • Come evitare le “imposizioni” anche involontarie, che giungono dal mondo degli adulti?
  • Come informarsi, senza lasciarsi influenzare dal dire comune?
Saper rispondere a questi quesiti significa possedere alcuni strumenti per accompagnare e motivare il figlio nella scelta, o meglio per fare in modo che egli sia protagonista consapevole della sua decisione.

Occorre tener conto che è facile fare degli errori quando si forniscono suggerimenti (il fatto che il ragazzo sia bravo in matematica non deve portare alla certezza che ami le materie scientifiche).
La cosa migliore è aiutare il figlio a riflettere su:
  • che cosa è capace di fare meglio,
  • che cosa gli piacerebbe fare di più,
  • che cosa trova più difficile,
  • come gestisce il tempo e organizza lo studio.
Oltre a cercare di rispondere a queste domande è importante capire qual è la motivazione che spinge il figlio a volersi iscrivere a un determinato corso.
La motivazione è come il carburante per le automobili: noi siamo come l'automobile ma senza carburante "non andiamo da nessuna parte!".
Anche i figli hanno bisogno di carburante, di quella "molla" interna che li spinge verso un obiettivo, un traguardo, purché questa meta risulti per loro interessante, stimolante, in linea con le loro abilità e aspettative.
La motivazione infatti è ciò che ci spinge a mettere in atto un determinato comportamento in vista di un obiettivo. Ciò richiede: impegno ed energia, interesse e determinazione.

Infine, i genitori possono essere fondamentali per aiutare il figlio a riconoscere e ad affrontare le sue paure e difficoltà nel momento della scelta. Motivarlo ad esprimersi, saperlo ascoltare, sollecitare il dialogo, sono aspetti necessari per capire meglio i suoi problemi e trovare insieme delle soluzioni.

Da tutto quanto detto è evidente che la famiglia costituisce un punto di riferimento.
Il ruolo dei genitori è articolato, complesso, in particolare in questa fase delicata di crescita, in cui una presenza invasiva rischia di inibire o alterare i comportamenti del figlio, così come un'assenza.

Le altre informazioni utili per sostenere la scelta

Oltre a capire le “caratteristiche” del figlio, è importante che i genitori si informino sul contesto generale, sia scolastico e formativo sia professionale, in cui il ragazzo dovrà inserirsi.
Le domande da porsi sono:
  • Quali sono le opportunità di formazione che offre la nostra città o le città vicine?
  • Con quali mezzi di trasporto e con che tempi sono raggiungibili le diverse istituzioni scolastiche e formative?
  • Quali sono le possibilità di proseguire gli studi alla conclusione dei diversi percorsi scolastici e formativi?
  • In quale direzione stanno andando l’economia locale e quella nazionale?
  • Quali sono le competenze che sempre più richiede il mondo del lavoro?
  • Quali sono i principali settori di impiego del territorio in cui viviamo (città, provincia, regione)?
  • Quali sono i profili professionali più richiesti? Lo saranno anche in futuro?
L'opportunità oggi offerta da internet consente di trovare risposte a questi interrogativi, anche se non sempre esaustive, vista l’attuale complessità del mercato del lavoro e la difficoltà di effettuare previsioni.
Nella guida sono state messe a disposizione alcune sezioni che approfondiscono questi temi.
Si suggerisce, in particolare, di consultare la sezione Verso il lavoro dedicata alle competenze trasversali, vale a dire quelle competenze necessarie a qualunque persona, qualsiasi siano gli studi che desidera affrontare e la professione che desidera svolgere, per ottenere buoni risultati nella vita (famiglia, scuola, lavoro, sport, amici) e per affrontare le nuove sfide che attendono in un mondo in continuo cambiamento.

I genitori possono anche rivolgersi a figure specializzate in materia di orientamento scolastico e professionale. Per saperne di più si consulti la sezione dedicata.